Stop all’esportazione di denaro in Russia: valido anche per il denaro destinato a finanziare cure mediche
Possibile, invece, trasportare nel viaggio verso la Russia soltanto le somme necessarie per pagare le spese di viaggio e di soggiorno

Il divieto di esportare in Russia banconote denominate in euro o in altra valuta ufficiale di uno Stato membro dell’Unione Europea si applica anche quando il denaro è destinato a finanziare cure mediche. Questo il punto fermo fissato dai giudici (sentenza del 30 aprile 2025 della Corte di giustizia dell’Unione Europea), i quali aggiungono che possono essere trasportate soltanto le somme necessarie per pagare le spese di viaggio e di soggiorno. A dare il ‘la’ alla querelle giudiziaria è stato un controllo doganale effettuato all’aeroporto di Francoforte sul Meno, in Germania, e che ha permesso di appurare che una donna, pronta a partire, era intenzionata a recarsi in Russia ed era in possesso di quasi 15000 euro in banconote. Quel denaro era destinato, si è appurato, non solo a coprire le sue spese di viaggio, ma anche a pagare trattamenti medici cui intendeva sottoporsi in Russia, ossia cure dentistiche, un trattamento ormonale in una clinica di assistenza medica alla procreazione ed un trattamento di follow-up di un’operazione mammaria in una clinica di chirurgia plastica. I doganieri hanno sequestrato quel denaro, ad eccezione di circa mille euro, rimasti nelle mani della donna a titolo di copertura delle spese di viaggio. A legittimare il provvedimento dei doganieri, ovviamente, le misure restrittive adottate dall’Unione Europea in risposta all’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina, misure che vietano di esportare in Russia banconote denominate in euro o in altra valuta ufficiale di uno Stato membro dell’Unione Europea. Tale divieto mira ad evitare che il sistema economico russo benefici dell’accesso al denaro contante, onde aumentare ulteriormente i costi delle azioni della Russia nei confronti dell’Ucraina. Tale divieto non si applica tuttavia alle somme necessarie per l’uso personale del viaggiatore o dei familiari più stretti che lo accompagnano. Ma tale eccezione non si estende a spese mediche come previste dalla donna. Ciò perché, secondo i giudici, l’esportazione, da parte di una persona che si reca in Russia, di banconote denominate in euro, per pagare trattamenti medici cui intende sottoporsi in tale Paese, non costituisce un’esportazione necessaria per il suo uso personale. Poiché l’Unione Europea non ha limitato il diritto di recarsi in Russia, l’eccezione in questione mira esclusivamente a garantire che il viaggiatore disponga del denaro contante necessario per il viaggio e il soggiorno. E, quindi, trattamenti medici come quelli cui intendeva sottoporsi la donna non rispondono a bisogni occasionati dal viaggio o dal soggiorno.