La CEDU con questa sentenza ha condannato anche la strumentalizzazione di un bambino di tre anni costretto ad indossare una maglietta con queste scritte all’asilo. Stante la minaccia costante di attentati, essendo ancora viva nella memoria collettiva la strage delle Torri Gemelle e un grave attentato in una scuola pochi mesi prima dei fatti incriminati, non può essere invocato il sarcasmo: è apologia del terrorismo, istigando all’omicidio volontario. Irrilevante che non fosse affiliato a nessuna organizzazione terrorista né un estremista conclamato né che volesse tendere ad una distruzione immediata dei diritti e delle libertà altrui.
È quanto sancito dalla CEDU nel confermare la liceità della condanna penale del ricorrente, escludendo una violazione dell’art.10 Cedu, nel caso Z.B. c. Francia (ric.46833/15) del 2 settembre.
Niente humor sulla strage dell’11 settembre!Nella fattispecie, stante il nome del nipotino (Jihad), che era nato il 9/9/09 ed il contesto storico sociale legato all’inizio della lotta al terrorismo dopo lastrage della Torre Gemelleed il verificarsi, pochi mesi prima, diun attentato in una scuolain cui erano morti tre bambini non lascia alcun dubbio sul tenore delle scritte: non volevano esaltare qualità e bellezza del bambino, né essere un gioco di parole né potevano essere considerate spiritose, bensì avevano ilchiaro intento di esaltare atti criminali, presentandoli come favorevoli. Si deve semprecontestualizzare le frasied in questo caso la minaccia continua di attentati, la solidarietà e la pietas suscitata dalle citate stragi dovute ad attentati terroristici non lasciavano dubbio sulla reale natura delle frasi incriminate. Grave che sia stato strumentalizzato un bambino: non può nemmeno invocare che fosse un regalo di compleanno, donato in privato dato che la haindossata in un luogo pubblico, in mezzo ad altri bambini dell’asilo e la maglia è stata notata anche da due adulti. Si ricordi che stante la giovanissima età non era in grado di scegliere i vestiti ed indossarli da solo, ma era stato vestito da madre e zio giustamente condannati.
Così deciso da CEDU, 2 settembre 2021, AFFAIRE Z.B. c. FRANCE (ric. 46883/15)