La perdita del lavoro non giustifica l’assegno di mantenimento per l’uomo

Revocato l’assegno riconosciuto in prima battuta alla donna. Negato poi all’uomo, nonostante il peggioramento sul fronte reddituale, poiché non ha dato prova di una compromissione delle sue capacità economiche e produttive e delle sue competenze professionali

La perdita del lavoro non giustifica l’assegno di mantenimento per l’uomo

Ufficializzata la separazione, alla donna spetta l’assegno di mantenimento, poi revocato alla luce dei suoi miglioramenti sul fronte economico. Allo stesso tempo, però, a peggiorare è la situazione reddituale dell’uomo, a causa della perdita del lavoro, ma quest’ultimo dato non è sufficiente, secondo i giudici, per riconoscergli il diritto a percepire ora lui l’assegno di mantenimento dalla donna. Decisivo per i giudici è il fatto che il decremento reddituale lamentato dall’uomo non è accompagnato da una compromissione delle sue capacità economiche e produttive e delle competenze professionali da lui spendibili sul mercato del lavoro. Mancando quest’ultimo passaggio, allora, si può escludere, secondo i giudici, che nel raffronto tra le condizioni patrimoniali e reddituali dei due coniugi si sia determinata un’alterazione così evidente – e sfavorevole all’uomo – da giustificare non solo l’eliminazione dell’assegno di mantenimento in favore della donna ma anche la previsione di un assegno di mantenimento in favore dell’uomo. (Ordinanza 25636 del 22 settembre 2021 della Cassazione)

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