Ici, l’ente ecclesiastico paga per il villino

Per ottenere l’esenzione è necessario provare che l’immobile sia destinato in concreto ad attività di assistenza

Ici, l’ente ecclesiastico paga per il villino

L’ente ecclesiastico deve pagare l’Ici sul villino se non prova che l’immobile è stato destinato in concreto ad attività di assistenza alle persone. Inutile la dichiarazione prodotta dall’ente sull’impiego dell’edificio. Il Comune può passare all’incasso. Per i giudici, difatti, va sempre tenuto a mente che l’esenzione dal pagamento dell’Ici per gli immobili di proprietà degli enti ecclesiastici non si applica ai fabbricati che vengono utilizzati per lo svolgimento di attività ricettive, poiché non è rilevante la destinazione per fini sociali o religiosi degli utili eventualmente ricavati dall’attività svolta nell’immobile. Per evitare di pagare l’imposta, quindi, l’ente ecclesiastico deve dimostrare di non avere come oggetto principale o esclusivo l’esercizio di attività commerciale e, allo stesso tempo, deve dare prova che nell’immobile venga svolta esclusivamente attività di assistenza. Mentre non può bastare il richiamo allo statuto per considerare certa la destinazione dell’immobile agli scopi non commerciali dell’ente.

(CTR Sicilia, sent. n. 7549/2021)

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